Il pensiero computazionale
La capacità di risolvere problemi
Il concetto di pensiero computazionale fu introdotto per la prima volta da Seymour Papert nel libro Mindstorms, pubblicato nel 1980. Più tardi, nel 2006, Jeanette Wing definisce il pensiero computazionale come: “il processo necessario per la formulazione e soluzione di problemi in forme comprensibili da agenti in grado di processare informazioni“.
Cos’è il pensiero computazionale? [indice]
Il pensiero computazionale è il processo mentale che consente di risolvere problemi di vario tipo, seguendo metodi e strumenti specifici; è, in altre parole, la capacità di risolvere un problema pianificando una strategia. Si tratta quindi di un processo logico-creativo che permette di pianificare una procedura tramite la quale sia possibile raggiungere un risultato o un obiettivo ed è un’abilità trasversale che va sviluppata, stimolata e allenata sin da piccoli.
Seymour Papert nella sua teoria dell’apprendimento, nota come Costruzionismo, e tramite il linguaggio LOGO, da lui stesso ideato, individua nel computer un nuovo mezzo di apprendimento: il computer non è soltanto una macchina con cui elaborare informazioni, ma uno strumento per costruire, manipolare, apprendere, scoprire e persino sbagliare. Infatti, nella teoria di Papert, l’errore non è visto in ottica negativa, ma come un aspetto costruttivo del processo di apprendimento. Sbagliare significa esplorare alla ricerca di soluzioni alternative al problema.
Il pensiero computazionale non è certamente subordinato all’uso delle tecnologie: non si tratta di ridurre il pensiero umano, creativo e fantasioso, alle modalità meccaniche e ripetitive di un computer. Esso è un’abilità tramite la quale l’essere umano riesce a risolvere problemi e trovare soluzioni attingendo alle proprie capacità logiche e razionali, l’uso di strumenti informatici agevola questo processo: il coding è lo strumento migliore.
Cos’è il coding? [indice]
Il Coding è un termine inglese al quale corrisponde in italiano la parola programmazione. In informatica, con il termine coding si intende la stesura di un programma o di una app, ovvero una sequenza di istruzioni che saranno eseguite da un PC, tablet, smarthphone etc.
Il coding, non è l’unico modo per sviluppare, o applicare, il pensiero computazionale, ma si è rivelato particolarmente efficace per l’immediatezza, l’interattività, la varietà, la disponibilità e la versatilità degli strumenti disponibili. Il modo più efficace per attirare l’attenzione anche dei più piccoli è certamente il gioco: imparare a programmare “giocando” aiuta a sviluppare competenze logiche e capacità di risolvere problemi in modo creativo, efficiente e divertente.
Quali sono gli strumenti del coding? [indice]
Gli strumenti del coding sono numerosissimi e potremmo suddividerli in due categorie principali: quelli che necessitano di un computer e quelli che non lo richiedono affatto (strumenti unplugged)
Uno dei principali strumenti del coding è la programmazione visuale o a blocchi, questo tipo di programmazione offre un approccio intuitivo, riducendo le regole sintattiche a semplici incastri tra blocchi di forma complementare, in poche parole il codice del programma non deve essere digitato.
La programmazione visuale permette di sperimentare immediatamente l’effetto prodotto dai blocchetti colorati sui personaggi, detti sprite, che animano la storia o il gioco che si sta creando. I ragazzi, giocando e inventando storie, devono impegnarsi per capire quali blocchetti colorati scegliere ed incastrare fra loro e mentre fanno ciò, scrivono, inconsapevolmente, righe di codice informatico e acquisiscono una nuova abilità: il pensiero computazionale.
Un esempio di «tool» di programmazione visuale è Scratch, sviluppato dal Media Lab’s Lifelong Kindergarten Group del Massachusetts Institute of Technology (MIT), E’ lo strumento ideale per l’esplorazione e la sperimentazione, supporta, infatti, molti stili di apprendimento diversi: la narrazione creativa, la creazione di semplici videogame, l’applicazione dei concetti di programmazione.
Il coding a scuola [indice]
L’utilizzo del coding nella didattica è una efficace e divertente attività che agevola e semplifica la comprensione e l’acquisizione dei contenuti. Il coding deve essere introdotto a scuola come attività trasversale perché trasversale è la competenza che consente di sviluppare.
L’uso del coding nella scuola permette di:
- sperimentare in prima persona
- fare esperienze manuali con materiali che consentono il controllo dell’errore
- provare percorsi per tentativi ed errori cercando anche nuove soluzioni
- vivere l’apprendimento come scoperta
- poter lavorare in autonomia senza l’aiuto dell’adulto
- favorire lo sviluppo di potenziamento della creatività e dei processi logici
Guido Mondelli
Docente formatore informatico